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Australian Open, un torneo di moda (nel vero senso della parola)

L’Australian Open è il primo Grande Slam della stagione e di fatto inaugura l’anno tennistico, con gli altri grandi tornei che si susseguono nel corso della stagione, vale a dire Wimbledon, Roland Garros e US Open. La competizione australiana, come spesso accade per tutti i tornei del Grande Slam, attira una quantità di attenzione che ha pochi eguali nel mondo del tennis internazionale, che spesso non si limita all’interesse legato strettamente al campo di gioco. Sempre più frequentemente, le partite diventano l’occasione per i brand (di lusso ma non esclusivamente) di esporre le proprie collezioni. La stragrande maggioranza dei tennisti in campo, infatti, ha il proprio sponsor: si pensi, ad esempio, al legame tra Hugo Boss e Matteo Berrettini ad esempio, oppure a Lacoste con Daniil Medvedev.

Il legame tra tennis e moda è certificato anche dalla partnership degli Australian Open con Louis Vuitton. La nota casa di moda ha creato degli speciali bauli porta trofeo, portando avanti anche nel tennis una tradizione che fino ad ora aveva interessato sport come rugby, NBA, Formula 1 e calcio, nello specifico il Pallone d’Oro 2023.

Guardando alle passate stagioni, il 2022 è senza dubbio l’anno da incorniciare per le prestazioni di Berrettini e Jannik Sinner, entrambi approdati ai quarti di finale: erano oltre 50 anni che due tennisti azzurri non arrivavano così avanti in un torneo del Grande Slam. Il 2022 è stato anche l’anno di esordio del già citato legame tra l’atleta romano e il marchio Hugo Boss, sfoggiando per l’occasione un look bianco e nero che ha senza dubbio vinto il premio eleganza sui campi da gioco. In generale, il torneo australiano viene considerato unanimemente quello dei colori, in cui non è presente un dress code eccessivamente rigido. Ne è un esempio il vincitore dell’edizione 2022, Rafael Nadal, che ha alzato il trofeo con una maglia dalle tinte viola. Un prepotente mix di colori ha caratterizzato anche le divise firmate Adidas, da sempre attenta anche all’impatto ambientale. Nel torneo australiano i loro partner hanno sfoggiato solo prodotti provenienti da materiale riciclato, come Stefanos Tsitsipas.

Storicamente l’abbigliamento non è un aspetto su cui il primo grande slam stagionale si focalizza principalmente e lo stesso si può dire per l’edizione 2024, per cui i pronostici e le cifre delle scommesse sull’Australian Open mettono al vertice Novak Djokovic e Carlos Alcaraz. Lo stesso però non si può dire per altre competizioni del Grande Slam, in particolare Wimbledon, dove il dress code rappresenta un elemento cruciale, con regole ben delineate che vanno ad escludere particolari sfumature di bianco ad esempio. Non mancano le deroghe, ma è necessario che vengano inviate in forma scritta e con anticipo, come fatto da Sinner nella scorsa edizione, per sfoggiare il borsone di Luis Vuitton (non bianco, ovviamente). La rigidità su questo tema è concreta: nel 2013, ad esempio, Roger Federer fu multato perché si presentò sull’erba verde di Wimbledon con scarpe bianche dalla suola arancione. Qualche anno più tardi (2017) Jurij Rodionov fu invitato a tornare negli spogliatoi per cambiarsi, la motivazione? Il giudice di gara intravedeva gli slip blu sotto i pantaloncini bianchi.

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